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#89

Crepuscolo Rosso – parte 1 di 3

Il Capitano

di Carlo Monni, Fabio Furlanetto & Carmelo Mobilia

 

Industrie Shaw. Pittsburgh, Pennsylvania.

 

È ancora notte fonda ed il complesso industriale è ancora deserto. Il corpo di una guardia di sicurezza giace a terra in una pozza di sangue; una donna dalle lunghe trecce bionde si china ad esaminare il corpo, appoggiandosi alla propria spada.

-Gli hanno tagliato la gola. Non c’è stato onore – dice la Valchiria, chiudendo gli occhi al cadavere.

Iron Man è di fianco a lei, mimetizzato nella notte con la propria armatura in modalità stealth.

<<Detesto dirlo, ma Sebastian Shaw aveva ragione a chiederci di investigare. C’è qualcosa che disturba il mio radar: trovare l’assassino non sarà semplice>>

-Al contrario. Basta inseguire la morte – risponde la Valchiria, rialzandosi in piedi.

<<Certo. Hai il suo numero di telefono per caso?>>

-Non sei il suo tipo, ma posso presentartela se lo desideri.

<<...okay. Bella battuta>>

-Battuta?

 

All’interno del complesso, un uomo dal volto coperto da un passamontagna sta sparando alle due donne che lo inseguono. Una di loro, una bionda la cui uniforme lascia scoperti gli addominali, ricarica la pistola mentre la sua alleata, una mora dalle chiare origini latino-americane, provvede al fuoco di copertura.

-Sarebbe molto più semplice se sparassimo anche noi per uccidere – osserva la bionda.

-Non è così che agiamo e lo sai. Il Comandante vuole catturarlo vivo – risponde la mora.

-Non mi stavo lamentando. Preferisco le cose difficili – chiarisce la bionda, lanciandosi nel corridoio non appena l’uomo finisce i colpi e prendendo di mira la mano che stringe la pistola del nemico. Prima che abbia il tempo di sparare, però, qualcosa abbatte il muro del corridoio.

Il proiettile sparato dalla bionda rimbalza sulla pelle della Valchiria, che si ferma per studiare la situazione. Può sentire l’aura di morte attorno all’uomo alla sua destra, ma è stata una delle donne alla sua sinistra a spararle.

L’uomo approfitta della distrazione per fuggire; la Valchiria si prepara ad inseguirlo, ma la bionda è più veloce e la colpisce con un calcio al ginocchio inteso a farla cadere a terra. Non solo la Valchiria non si muove di un millimetro, ma afferra la bionda alla gola e la solleva con la mano sinistra. La bionda non si lascia intimorire, attivando i bracciali e scaricando addosso alla Valchiria abbastanza elettricità da stendere un uomo il triplo della sua stazza. Senza effetto.

-Desisti – è l’unica parola pronunciata dalla Valchiria.

Mentre questo avviene, la mora approfitta della distrazione della Valchiria per rubare la sua spada; prima che l’Asgardiana abbia modo di reagire, si ritrova con la propria lama puntata alla gola.

-Non fare mosse di cui ti pentiresti, chica – la minaccia.

<<Ottimo suggerimento>> aggiunge Iron Man, a malapena visibile al buio mentre è in modalità stealth, avvicinando il palmo della mano alla testa della mora...e trattenendo un raggio repulsore.

Lo stallo alla messicana dura per un paio di secondi, fino a quando qualcuno non getta a terra il corpo dell’uomo vestito di nero. Iron Man si volta verso il nuovo arrivato, illuminandolo con la luce proveniente dalla piastra pettorale: costume blu con stella bianca sul petto, ed un volto che Iron Man non potrebbe scordare neanche volendo.

<<Steve!?!?>>

-Conosci quest’uomo, Iron Man? – chiede la Valchiria.

<<Credevo di sì>> risponde il Vendicatore rosso e oro, disattivando i sistemi d’arma. I più sofisticati sensori del pianeta confermano che l’uomo di fronte a lui è Steve Rogers, l’originale Capitan America creduto morto da molto tempo.

-Non era così che pensavo di rivederti, Iron Man, ma abbiamo problemi più grossi a cui pensare.- dice Steve Rogers, togliendo il passamontagna all’uomo che ha catturato.

Ha smesso di respirare, ed suo volto è stato deformato in un teschio rosso.

 

Isola del Teschio. Da qualche parte nei Caraibi.

 

In un ampio salone il Teschio Rosso sta osservando le immagini sullo schermo davanti a lui, trasmesse da una microcamera nascosta sull’uomo appena morto.

-Era inevitabile che accadesse, non sono sorpreso.- commenta

-Parli dell’intervento di Iron Man e di quella bionda con lui, padre?- chiede sua figlia Sin.

-La Valchiria- precisa il Teschio –Dice di essere nientemeno che la leggendaria Brunhilde… e io le credo. Ha lavorato con i Difensori ed ora si è unita ai Vendicatori. Mi piacerebbe tanto sapere chi li ha allertati.

Alle sue spalle il Dottor Faustus si sente stringere la gola. Se il Teschio sapesse che è stato lui ad avvertire lo S.H.I.E.L.D. dei suoi piani, la sua vita non varrebbe un soldo bucato. Deve trovare un modo di andarsene di lì e in fretta. Non si aspettava i Vendicatori, però. Saranno un problema o un vantaggio?

Il Teschio continua ad esaminare le immagini finché un’esclamazione di sorpresa e di soddisfazione gli sfugge dalle labbra:

-Wunderbar… questo sì che è interessante! E così è convolto anche lui. A giudicare dal costume è tornato in azione. Meglio così: non avrei provato alcun piacere a stanarlo dal buco dove si era rintanato.

Anche Sin riconosce l’uomo dal costume azzurro e i capelli biondi la cui immagine sfocata è apparsa sullo schermo:

-Lui sembra… sembra…

-Non sembra: è proprio lui, il mio vecchio nemico. Ho atteso a lungo un’altra occasione per confrontarmi con lui[1] ed ora lui me l’ha fornita su un piatto d’argento.

-Vuoi sempre che mi occupi di Capitan America?- chiede Sin.

-Se pensi di esserne capace…

Le parole del Teschio colpiscono Sin come una frustata. Il volto della ragazza trema e Faustus intuisce che se non fosse per il timore reverenziale che ha per il padre esploderebbe in una manifestazione di rabbia. La vede fare un lungo respiro prima di rispondere:

-La troverò e te la porterò trascinandola in catene, te lo giuro.

 

Washington DC.

 

Il ronzio persistente della Communicard nella sua giacca appoggiata su una sedia accanto al letto sveglia una già agitata Liz Mace che si alza in fretta badando a non svegliare l’uomo che dorme accanto a lei.

La chiamata di Iron Man è perentoria. Liz si veste rapidamente. Ha giusto il tempo per raggiungere il Metroliner per New York alla Union Station.

Dà un’ultima, veloce, occhiata all’uomo ancora addormentato, il suo superiore alla D.I.A colonnello Mike Rossi e si maledice ancora una volta per essersi infilata in quella situazione senza uscita. Dovrebbe essere migliore: Steve Rogers non avrebbe mai fatto i suoi sbagli. Come può sperare di essere un esempio per gli altri se tradisce la fiducia di chi crede in lei? Come può essere all’altezza della leggenda di Capitan America?

Esce in fretta e prende al volo un taxi. Non nota le figure che dall’ombra spiano il palazzo che ha appena lasciato.

 

Base dei Vendicatori, New York City

 

La mattina di Jarvis inizia molto presto: c’è sempre qualcosa da fare, ed è il suo compito assicurarsi che i Vendicatori abbiano a disposizione tutto ciò di cui hanno bisogno fin dalle prime ore del mattino. Per esempio, dopo la missione notturna di ieri, è d’obbligo preparare una sana colazione che sia già pronta per i Vendicatori al loro ritorno, anche se molti di loro si accontenterebbero di un paio di ciambelle o di qualche altro cibo spazzatura americano.

Dev’essere successo qualcosa di straordinario, però, perché in piena notte Iron Man ha richiesto una riunione di emergenza di tutti i Vendicatori.

Il primo ad arrivare è stato naturalmente Quicksilver, che a braccia incrociate osserva impazientemente l’atterraggio del Quinjet.

-Quanto ci mettono gli altri ad arrivare? Capitan America non avrebbe mai accettato un simile ritardo – si lamenta il velocista.

-Invero la tua memoria può essere assai fallace in certi ambiti – risponde Ercole.

-Già, di solito era Iron Man ad essere fissato su certe cose – conferma Wasp.

-Non fate troppo caso a mio fratello, non è a suo agio se non ha qualcosa di cui lamentarsi – scherza Scarlet, ottenendo però solo un’alzata di spalle da Quicksilver.

Jarvis sorride sommessamente: ha sempre apprezzato il cameratismo tra questi eroi, che l’introduzione di sangue fresco del gruppo non ha certo intaccato. Preme il pulsante di apertura della porta dell’hangar, ritrovandosi ad osservare l’ultima cosa che si aspettava: Steve Rogers scende dal quinjet. Iron Man e la Valchiria lo seguono, assieme a due donne che i Vendicatori non riconoscono: la bionda Yelena Belova e la mora Donna Maria Puentes.

-Padron.... Steven? È ... davvero lei?- chiede il maggiordomo, incredulo.

-Sono proprio io, Jarvis. Parafrasando Mark Twain “le voci sulla mia morte…”-

-“... erano alquanto esagerate”. Va oltre le mie capacità comprendere certi misteri, ma sono ben felice di constatare che è ancora tra noi e che gode di buona salute! – gli dice stringendogli la mano, con gli occhi lucidi. In quell’istante, Wasp riconosce il vecchio compagno di squadra, e la sua reazione non può essere contenuta:

-STEVE!!! – strilla, rimpicciolendosi alle dimensioni di una vespa e volando verso di lui. Quando la Vendicatrice riprende la propria statura originale si getta tra le braccia di Steve, abbracciandolo con entusiasmo.

-Anche per me è un piacere rivederti, Janet – risponde Steve con un certo imbarazzo, reso ancora più evidente dall’occhiata di gelosia di Donna Maria.

-Ah che fausto giorno è codesto! – afferma Ercole nel vedere il suo vecchio compagno d’armi – Capitano, anch’io sono lieto nel constatare che la tua anima non ha ancora raggiunto i Campi Elisi! Il figlio di Zeus ti dà il suo benvenuto! -

Ma non tutti condividono l’entusiasmo del semidio: quando Quicksilver raggiunge il Quinjet, per esempio, ignora del tutto Steve Rogers e chiede ad Iron Man:

-Dimmi che non è un doppione di un’altra dimensione.

<<Polaris, Valchiria, Ercole, aspettate qui. Tutti gli altri Vendicatori, con me nella sala riunioni>>

-Non dovremmo investigare sull’identità dell’assassino? – protesta la Valchiria.

<<Non perdete di vista queste due donne>> ordina Iron Man, senza rispondere alla domanda.

-Invero, sarà un piacere intrattenere delle fanciulle tanto graziose – risponde Ercole, squadrando da capo a piedi sia Yelena che Donna Maria.

Osservando i Vendicatori allontanarsi e fare praticamente a gara l’uno con l’altro nello stringersi attorno al Comandante Rogers, Yelena Belova non può che chiedersi:

-Cosa diavolo sta succedendo?

-Vorrei saperlo anch’io – risponde Polaris, che non apprezza l’essere stata lasciata in disparte.

La porta della sala riunioni si chiude ed i cinque rimasti fuori si guardano l’un l’altro con un misto di perplessità e diffidenza.

-Che ne dite di fare le presentazioni, tanto per cominciare?- dice Polaris.

-Io sono la Vedova Nera- proclama Yelena Belova.

-Davvero? Me la ricordavo un po’ diversa: capelli rossi e più… più…

-Vecchia?- suggerisce Yelena

-Io avrei detto: matura… e non parlo solo di anni.

-Ehi ascolta…

Ercole si intromette tra le due donne.

-Invero Natasha Romanoff è una donna in gamba, ma sono certo che anche questa giovane e graziosa fanciulla sia all’altezza del nome che ha scelto di portare. Anche tu sei russa, vero?

-Naturalmente. Qualcosa da dire al riguardo?

-Non da parte mia.

-Conosco i Russi- interviene la Valchiria –Stirpe valorosa ma ostinata.

Mentre Yelena cerca di capire se l’Asgardiana ha voluto farle un complimento, ecco arrivare Jarvis con un vassoio.

-Le nostre ospiti gradiscono una tazza di the?- chiede poi i suoi occhi si illuminano nel vedere una delle ospiti –Donna Maria… nella confusione non ho avuto modo di dirle quanto sia lieto di rivederla dopo tanto tempo.

-Grazie Jarvis.- risponde con un sorriso la sudamericana.

-Tu conosci questa donna, Jarvis?- esclama Polaris.

-Ma certo: è Donna Maria Puentes. Era nello staff della Base anni fa. La raccomandò Capitan America.- il maggiordomo le dà un’altra occhiata storcendo un po’ il naso -Certo allora indossava abiti più sobri. Si è fatta prestare la tuta dalla Contessa De La Fontaine per caso? Riconosco lo stile.

Donna Maria fa una risatina e risponde:

-Qualcosa del genere, Jarvis. Ti disturba, forse?

-Madam… dopo tanti anni di servizio per i Vendicatori non sono molte le cose che mi disturbano o scandalizzano e rispetto a certi abiti di alcune delle amiche di Padron Tony quando viveva qui, lei è molto sobria.

-Ma perché qui dentro tutti sembrano saperne più di me?- esclama Lorna Dane.

Non tutti, pensa Yelena Belova. Il modo con cui tutti hanno reagito alla vista del Comandante Rogers, come se lo conoscessero da anni ma fossero sia stupiti che offesi dal rivederlo. Che legame ha con i Vendicatori, specie quelli più vecchi? Da tempo Yelena si chiede chi sia veramente il suo caposquadra… un uomo di cui non esiste traccia prima che lei lo conoscesse. Ha la sensazione di non essere mai stata così vicina a sapere la risposta.

 

Sala Riunioni

 

Mille ricordi assalgono Steve Rogers alla vista di questa stanza. Quante volte il destino del pianeta è stato deciso tra queste mura. Quante amicizie si sono solidificate attorno a quel tavolo.

Iron Man si toglie il casco, rivelando l’espressione di Tony Stark: un misto di rabbia e frustrazione.

Non deve preoccuparsi della propria identità segreta perché Steve, Wasp, Quicksilver e Scarlet la conoscono già.

-Cosa diavolo è successo, Steve?

-Abbiamo ricevuto una soffiata anonima su un attacco del Teschio Rosso alle Industrie Shaw; crediamo che sia stato il dottor Faustus a...

-“Noi”? Qualche altro Vendicatore sapeva che eri vivo? – domanda Quicksilver.

-Soltanto Capitan America...sia il precedente che l’attuale, e Falcon.- risponde Steve.

-A dire la verità, anche io lo sapevo – rivela Scarlet.

-Tu sapevi che Steve era ancora vivo e non mi hai detto niente!? – protesta il velocista con la sorella.

-Non volevo metterti in questa situazione, Wanda – si scusa Steve.

-È stata un’idea di Fury, vero? Uno dei suoi soliti trucchi da spia per mandarti in una qualche missione segreta.

-Non esattamente, Tony. Dopo tutto quello che è successo durante l’invasione marziana...ho sentito il bisogno di ricominciare una nuova vita, per essere Steve Rogers invece che Capitan America.

-Ma Fury sapeva, vero? Hai detto che eri ancora vivo a Nick Fury, ma non a noi. Lavori per lo SHIELD, adesso? Insieme a quelle donne? – insiste Stark.

-Non proprio. Nick ci fornisce il suo appoggio, ma ufficialmente non esistiamo.

-Una sorta di Vendicatori Segreti. Potremmo sponsorizzarvi, anche se sarebbe un po’ controproducente per il “segreti” – commenta Wasp.

-Non c’è proprio nulla su cui scherzare, Janet – la redarguisce Stark.

-E perché? Cap è vivo, dovremmo esserne contenti invece di fargli il terzo grado! E poi, scommetto che ha avuto un ottimo motivo per non dirci niente per tutto questo tempo.

Tutti gli sguardi sono su Steve Rogers, un uomo che è stato capace per anni di dare ordini a un dio.

-Vero, Cap? – insiste Wasp quando la risposta tarda ad arrivare.

-Avanti, sentiamo un po’ – le fa eco Stark.

-Non c’è niente da spiegare: ho solo smesso di essere Capitan America e lasciato spazio ad una nuova generazione.

-È tutto qui quello che hai da dire!? Lo sai quanto ha pianto mia figlia? Lo sai a quante persone hai spezzato il cuore!? – chiede Quicksilver, rosso d’ira ed all’apparenza pronto a sferrare un pugno.

-Pietro, Steve non aveva certo intenzione di... – cerca di calmarlo Scarlet.

-Sta zitta tu! Mi sarei aspettato un tradimento simile da Xavier o Summers, non certo da te!

-Non incolpare tua sorella, Pietro. Le ho chiesto io di mantenere il segreto.

-C’è una cosa che non capisco: se volevi cambiare identità e lavorare per il tuo gruppo segreto, perché non ci hai detto niente? – chiede Wasp.

-Non è andata proprio così. Ho fondato i “Vendicatori Segreti”, se proprio vuoi chiamarli così, solo da poche settimane. Prima sono stato semplicemente Steve Rogers, insegnante di liceo.

-Tenendoci nascosto di essere ancora vivo! – insiste Quicksilver.

-Tecnicamente, non ho mai fatto niente per tenere nascosto il fatto che Steve Rogers fosse vivo e vegeto – risponde Steve, sorridendo nel tentativo di smorzare la tensione.

L’effetto ottenuto è l’esatto contrario, perché Tony Stark reagisce sbattendo il pugno sul tavolo ed urlandogli in faccia:

-Oh, ma per piacere! Non ti fidavi di noi, questa è la verità! Credevi che se avessimo saputo che eri ancora vivo non avremmo rispettato la tua scelta ed avremmo insistito per farti tornare in uniforme!

-Non è forse così?

-Non era tuo diritto scegliere al posto nostro! Invece, hai inscenato la tua stessa morte!

-Senti chi parla, Tony.

-E questo cosa vorrebbe dire!?

-Se non ricordo male, anche Iron Man e Tony Stark sono “morti” più di una volta, e non ti sei mai dato la briga di tenerci informati.

-È questa la tua scusa, Steve? “L’hai fatto anche tu”!?

-Non è quello che ho detto. Ma non accetto lezioni in materia da te, Tony: quanti segreti ci hai tenuto nel corso degli anni? Non ho fatto niente che tu non avessi già fatto in passato.

-Lo so. Ti credevo migliore di me.- gli risponde Stark.

-C’è una cosa che non capisco- interviene ancora Wasp –Se tu sei vivo, chi è quello sepolto ad Arlington?

Un attimo di silenzio poi quasi contemporaneamente Tony Stark e Pietro Maximoff esclamano:

-L’altro Capitan America!

-Ma certo!- aggiunge Tony -Era una sorta di suo gemello almeno superficialmente.

-E solo l’analisi del DNA aveva chiarito che era di Steve il cadavere ritrovato dopo l’esplosione dell’Eliveicolo rubato dal Teschio Rosso.-[2] aggiunge Quicksilver -Quella stessa analisi del DNA su cui Fury ha mentito…. A proposito Stark sei certo che…

-Sì… ho eseguito uno scan del DNA e corrisponde a quello archiviato nel nostro database.

-Scusate…- interviene una perplessa Wasp …ma potreste spiegarmi di cosa state parlando?

 

 

Altrove.

 

Si chiama James Buchanan Barnes e ha quasi novant’anni, ma non ne dimostra più di trenta.

È americano, ma ha trascorso metà della sua vita in quella che un tempo si chiamava Unione Sovietica. Ha salvato parecchie vite durante la Seconda Guerra Mondiale, ma ne ha stroncate altrettante durante la Guerra Fredda. Una contraddizione vivente. D’altronde, sareste confusi anche voi se vi avessero fatto il lavaggio del cervello e tenuto in un contenitore criogenico per anni, cancellando ogni vostro ricordo, ogni vostra esperienza ad ogni risveglio. Oggi se Dio vuole tutto questo è finito: James “Bucky” Barnes sta lentamente mettendo a posto tutti i tasselli della propria vita, recuperando piano piano la propria memoria e la coscienza di se stesso. Negli ultimi tempi ha cominciato a visitare vecchi luoghi e vecchi amici e purtroppo non ne sono rimasti molti ancora vivi… come il vecchio e ancora arzillo Washington Carver Jones, suo compagno nei Giovani Alleati durante la Seconda Guerra Mondiale ed oggi nientemeno che generale in pensione, a cui ha appena fatto visita alla casa di riposo per veterani in cui sta trascorrendo i suoi ultimi anni. Sono passati settant’anni da quando lui, Wash e gli altri facevano scorribande contro i nazisti e lui li ha persi tutti

Il rombo di una moto interrompe i suoi pensieri.

-Ehi straniero! – lo chiama una voce. È Jack Monroe, suo sostituto nel ruolo di Bucky durante gli anni 50, oggi amico e alleato nei panni di Nomad.

-Ciao Jack… come hai fatto a trovarmi?

-Mi ha detto Nick Fury dov’eri. Mi dispiace interrompere quello che stavi facendo Buck, ma pare ci sia un’emergenza. Dobbiamo recarci alla base dei Vendicatori. Credo sia roba forte.

-I... Vendicatori?

-Ah già dimenticavo... beh vedi, i Vendicatori sono una sorta di eredi del gruppo degli Invasori.

Gli “eroi più potenti della Terra” o qualcosa del genere.

-So chi sono i Vendicatori. Mi sono informato sugli eroi in costume di quest’epoca. Quello che non capisco è che c’entrano con noi.

 Sono loro che hanno ritrovato Steve, ripescandolo dall’Atlantico. Sono quasi una famiglia per lui, e il fatto che ci voglia lì credo significhi che hanno scoperto che non è morto come credevano. Spero che non ci sarà da litigare. Hai il tuo costume, sotto gli abiti?

-Si.

-E allora salta su. Ci cambieremo strada facendo.

Bucky si accomoda sul retro dell’Harley Davidson, e Jack da gas, sfrecciando sulla strada.

 

Base dei Vendicatori, Sala Riunioni.

 

Il tempismo è tutto, per un arciere. Cogliere il momento giusto per scoccare e fare centro. Occhio di Falco è un maestro in questo e anche senza farlo apposta, non avrebbe potuto scegliere un momento migliore per fare il suo ingresso.

-Salve a tutti... allora, che sta succedendo? Jarvis è bianco come un cencio... e chi sono quelle due tipe nell’altra stanza? La mora è decisamente... –

La frase gli muore in gola. La vista dell’uomo da lui amato come un fratello e creduto morto lo colpisce come un proiettile in mezzo agli occhi.

-Ciao Clint. Deve sembrarti strano, ma...-

Occhio di Falco non lo fa finire: incocca una freccia e lo punta.

-Non provarci neppure ok? Non m’incanti! Non me la bevo, neppure per un istante! Che cosa sei? Uno Skrull, un LMD, un agente dell’Hydra sosia di Steve?-  grida l’arciere, furibondo.

-Clint rilassati. È davvero lui.- gli dice Scarlet.

-Confermo. I parametri della mia armatura combaciano al 110%. È davvero Steve- ribadisce Tony.

-Vi siete bevuti il cervello?- esclama ancora Falco, tenendo la freccia puntata al petto di Steve -Cap è morto. Abbiamo avuto le prove... il corpo, il DNA... tutto quanto! È il piano vigliacco di qualche bastardo, ma io non ci casco!

-Falla finita Clint. È veramente lui.- gli dice Quicksilver -E pare che mia sorella ne fosse al corrente fin dall’inizio.- aggiunge, irritato.

- i ho già detto che ho chiesto io a Wanda di mantenere il mio segreto, Pietro. Non prendertela con lei.-  chiarisce Steve -Volevo che nessuno di voi indagasse sulla mia morte, e mi serviva qualcuno di cui potermi fidare.

Parla proprio come lui” pensa Occhio di Falco, sentendo quelle parole, tuttavia ancora non gli crede.

-Dimmi qualcosa... qualcosa che può sapere solo lui. Convincimi!- esclama risoluto.

-Anni fa... t’eri appena sposato... tu e Bobbi veniste a trovare me e Bernie a Brooklyn. Passeggiammo sul ponte quella sera e mi dicesti che il matrimonio era una delle cose migliori che t’erano mai capitate, e mi invitasti a fare lo stesso.[3]

Era vero. Parola per parola. Solo Steve e lui erano a conoscenza di quel dialogo. Lentamente, l’arco smette di tendersi e la freccia di abbassa. Anche lo sguardo di Falco fa lo stesso.

-Sei... davvero tu.- dice sottovoce.

-Si. Clint... tutti voi... mi dispiace veramente per come si son messe le cose. Io...

-STA ZITTO!- grida Clint Barton, colpendo Steve con un pugno dritto al volto, atterrandolo.

-Porco giuda ...- esclama sorpreso Quicksilver. In tanti anni di militanza ha visto questi suoi due amici litigare innumerevoli volte, ma mai come oggi. Anche Wanda e gli altri rimangono basiti.

-NON VOGLIO SENTIRE LA BENCHÉ MINIMA SCUSA! COME HAI POTUTO MENTIRE PROPRIO A ME? COME??- continua Barton, furioso.

-Avevo le mie buone ragioni, Clint.... –

-Beh faresti meglio a dircele.- aggiunge Stark -Per la miseria, Steve! Proprio l’altro giorno ho dovuto fare la ramanzina ai Giovani Vendicatori per insegnargli a fidarsi della vecchia generazione![4] Adesso come gli spiego che nemmeno Capitan America si è fidato di noi!?

-Ascoltatemi... avevo deciso di smettere. Era mio diritto. Volevo una vita normale, un lavoro, magari una famiglia, e non combattere in eterno criminali e terroristi. Era arrivato per me il momento di passare il testimone alla nuova generazione.

-E questo l’abbiamo capito! – lo interrompe Quicksilver, irrequieto – ma perché tenerci all’oscuro? Perché tutto questo mistero? E ancora non ci hai detto perché hai messo su quella squadra di spioni. Cosa ti ha fatto tornare sul campo?

<<Ottima domanda, Pietro>> riprende Iron Man tornato ad indossare il casco <<perché sei tornato a giocare all’agente segreto per conto di Fury?>>

Tutti gli occhi dei presenti della sala sono puntati su Rogers. Steve non aveva mai visto i suoi compagni in quello stato. Sono arrabbiati, delusi. Soprattutto Falco. E hanno le loro ragioni per esserlo.  Meritano una spiegazione.

-Per via di Bucky...- è la sola risposta di Steve.

-Che centra Bucky, adesso?- dice Occhio di Falco.

-È per lui che sono tornato sul campo. È una lunga storia, ma per farla breve... Bucky non è morto, come abbiamo sempre creduto. I sovietici lo ripescarono poco dopo che era caduto in mare e gli hanno fatto il lavaggio del cervello. In pratica, l’hanno reso un sicario al loro servizio, da utilizzare per degli omicidi politici... e tra una missione e l’altra, lo tenevano in animazione sospesa. Sono riuscito a liberarlo e sto provando, a poco a poco, a fargli recuperare la memoria.

-Bucky Barnes è vivo? Proprio quel Bucky? – dice Wasp, sorpresa dalla notizia.

-Questa non la sapevo neppure io.... – aggiunge Wanda.

-E neanch’io... – afferma Liz Mace alias la nuova Capitan America, entrando nella sala riunioni.

-Però sapevi che Steve fosse ancora vivo, non è vero? – dice Falco alla nuova arrivata, con un tono acido.

-Certo che lo sapevo. È stato lui a consegnare lo scudo a Jeff… e a me – risponde la bionda.

-Cristo... ci avete tutti preso per il culo per tutto questo tempo? E quante altre cose ci tenete nascoste? – sbotta ancora l’arciere.

 

Fuori dalla stanza.

 

-Anche Capitan America e Occhio di Falco sono entrati in quella stanza, e a noi non è neppure concesso sapere cosa sta accadendo! La cosa sta cominciando ad irritarmi.- sbotta Polaris.

-Codesta segretezza è assai sgradita anche a me, ma essendo noi delle novizie in questa squadra, credo sia giusto farci da parte, per il momento.- le risponde la Valchiria.

-Giusto un corno!- riprende Lorna – È giusto escluderci? Che cosa si stanno dicendo la dentro? E soprattutto chi è quel tizio biondo che si comporta come se fosse il padrone di casa?

“Gran bella domanda” pensa Yelena, che da quando erano arrivate alla base non faceva altro che chiederselo. Donna Maria lo sa, sa molte più cose di lei. Anche Jack e Barnes, probabilmente. Improvvisamente si rende conto che i così detti “Vendicatori Segreti” sono un enigma anche per lei.

-Sentite, non ce la faccio più. Io entro a chiedere spiegazioni. –

-Non ti azzardare, chioma verde!- la riprende Donna Maria -Ci hanno detto di restare qui e così faremo!

-Cos’è ti metti a dare ordini anche tu, adesso? L’ultima arrivata? Aver fatto da segretaria per qualche tempo non fa di te un Vendicatore, bella!

-Ma lo è il Principe della Forza.- interviene Ercole -E appoggio totalmente questa donna di iberica bellezza. Quanto sta accadendo in quella stanza è qualcosa che almeno per il momento non ti è concesso sapere, e tu devi saper rispettare i tuoi alleati, così come si addice ad una guerriera del tuo valore!

Se persino il focoso Ercole millanta pazienza, è davvero il caso di mettersi il cuore in pace. Polaris si calma e torna a sedersi, sbuffando.

-Se posso permettermi, signorina Lorna…- interviene Jarvis porgendole un muffin -… con questi suoi atteggiamenti rivela la sua parentela con padron Pietro.

-Dio Jarvis... sono davvero come lui?- chiede Lorna, leggermente imbarazzata.

L’espressione sorniona del maggiordomo è per lei una risposta, e tutti i presenti, tranne la Vedova, annuiscono. Lorna si concede un timido sorriso e gli altri, divertiti, si rilassano.

Ancora una volta, l’intervento del maggiordomo dei Vendicatori ha placato gli animi. Ma considerato ciò che si sta discutendo nell’altra stanza, persino Jarvis si chiede se il suo aiuto sarà sufficiente.

 

Un’installazione militare segreta

 

Sono poche le persone con un’autorizzazione sufficiente a conoscere la posizione di questo luogo. Il loro numero sta diminuendo rapidamente nello scontro a fuoco: le truppe speciali che hanno fatto irruzione sono brutalmente efficienti, ed il loro attacco è stato accuratamente organizzato per impedire ai soldati di chiamare rinforzi.

Al livello più basso dell’installazione, due ufficiali si preparano a sparare a qualunque cosa riesca a sfondare la porta blindata. Sono invece colti alla sprovvista dalla nuvola rossa che fuoriesce dal sistema di ventilazione. La loro morte è rapida, ma non così veloce da impedire loro di soffrire le pene dell’inferno quando la loro pelle raggrinzisce e prende una macabra forma di teschio.

Il suono delle armi da fuoco cessa. Non c’è bisogno di far saltare la porta, sbloccata da una semplice chiave.

-Il centro di comando, come richiesto, signore – annuncia un uomo in uniforme, aprendo la porta ed inchinandosi all’arrivo del suo vero superiore.

Il Teschio Rosso osserva compiaciuto l’opera del suo gas della morte; sorriderebbe, se lo stesso veleno non avesse deturpato orribilmente i suoi perfetti lineamenti ariani.

-Grazie, Colonnello. Non ho più bisogno di lei – commenta il Teschio Rosso, estraendo la pistola dalla fondina e facendo saltare le cervella del traditore.

Circondato da cadaveri, il Teschio Rosso si mette in bocca con tutta calma una sigaretta con bocchino e l’accende. Ne inspira una lunga boccata, sentendo la mancanza dei tempi in cui poteva permettersi di sporcarsi le mani di persona.

Mettendo le mani sui comandi sporchi di sangue, realizza che quei giorni stanno per tornare.

 

Base dei Vendicatori.

 

Il cancello si apre permettendo alla moto di entrare nella residenza. I due uomini mascherati vi scendono e si recano verso la porta.

-Certo che ai nostri tempi noi Invasori non avevano nulla del genere.- dice il Soldato d’Inverno vedendo il lusso che trasuda dalla villa.

-Già e dentro è ancora meglio... ci sono stato un paio di volte, anni fa. È impressionante. Ma io non mi sono mai trovato a mio agio in posti come questi.

-Non per niente ti chiamano Nomad, no? –

Jack gli sorride e poi suona alla porta. Ad aprire ovviamente è Jarvis.

-Buongiorno. Voi dovete essere i due ospiti di cui Donna Maria mi ha accennato. Prego, accomodatevi.

Pure un maggiordomo, pensa Bucky certo che se la passano bene, questi Vendicatori.

In breve raggiungono, fuori dalla sala riunioni, la Vedova Nera egli altri.

-Allora, che succede?- chiede Nomad dopo un breve saluto.

-Stavamo investigando su una segnalazione fattaci da Fury, e ci siamo incrociati con loro.- taglia corto Yelena Belova -Dopodiché il Comandante s’è chiuso in una stanza con i Vendicatori più anziani e noi siamo rimasti qui a prendere il thè coi biscotti. Sul serio.

-Su cosa stavate lavorando?- chiede Bucky.

-Appena lì dentro smetteranno di urlare ci ragguaglieranno, ma pare che c’entri ... il Teschio Rosso.- afferma Donna Maria.

-Il Teschio, hai detto? – domanda Bucky –Ancora lui?

-Beh… non è...- comincia a dire Yelena, ma si blocca di colpo nell’udire le voci che provengono dall’interno.

Le grida di Occhio di Falco si sentono pure da fuori. È evidente che la tensione è alle stelle, all’interno della sala riunioni.

-C’è da preoccuparsi?- chiede ancora Bucky.

-Invero, il temperamento di Occhio di Falco è assai focoso, ma egli è un valente compagno d’armi e non c’è nulla da temere nei suoi sfoghi. Tu piuttosto, mio giovane amico, hai un aria ... familiare. Il tuo volto sebbene mascherato mi è stranamente noto.- dichiara Ercole incuriosito.

Ma prima che una qualsiasi risposta gli possa venir data le porte della sala riunioni si aprono, permettendo al gruppetto degli esclusi di entrare.

 

Il gruppetto entra e Bucky Barnes guarda l’ampio salone con curiosità. Gli Invasori si incontravano al Falsworth Manor o nella Torre del Big Ben, ma non hanno mai avuto un vero quartier generale … però anche loro avevano un impeccabile maggiordomo inglese a servire il the. Non ha mai pensato di chiedere a Steve che ne è stato di Brian e Jacqueline Falsworth, ovvero Union Jack e Spitfire. Il vecchio Lord di sicuro è morto da decenni. Il flusso dei suoi pensieri è interrotto da un’esclamazione di Occhio di Falco:

-TU! Sei il tizio con cui mi sono scontrato assieme a Paladin e alla Vedova Nera nella villa di quel gangster russo![5] Com’è che ti ha chiamato Natasha? Ah sì: il Soldato d’Inverno. Cosa diavolo ci fai…- poi si blocca, mentre finalmente comprende –Ehi ehi ehi... aspetta un momento… Steve non ci ha appena detto che Bucky… ma allora tu sei... ecco perché mi sembravi familiare: sei praticamente identico alle foto, solo un po’ più vecchio.

- Invero. Questo spiega il perché ci sembravi un volto noto. – osserva Ercole.

-Se davvero ho cercato di ucciderti, Occhio di Falco- dice Bucky con aria imbarazzata - me ne scuso: non ero... molto in me a quel tempo.

-L’ho sentito dire. Nessun rancore... non ce l’ho con te. Non sei il primo che conosco a cui hanno fatto il lavaggio del cervello, credimi. Ci sono altri, invece, che sapevano benissimo quel che facevano e non si meritano il perdono.

Occhio di Falco lancia un’occhiata eloquente a Steve. Bucky vorrebbe dire qualcosa ma un cenno del suo vecchio partner lo convince a desistere.

Quasi tutti si avvicinano a Bucky e lui comincia a sentirsi una specie di attrazione da circo.

<<Bucky vivo.>> Iron Man lo squadra incuriosito <<Dopo tutti questi anni e tanti… falsi allarmi… è quasi difficile da credere.>>

-A volte non sono sicuro di crederci nemmeno io, signore.- replica lui un po’ innervosito da tanta attenzione.

<<Chiamami semplicemente Iron Man… e non credere che non sia felice di saperti vivo.>>

-Io lo sono di sicuro.- interviene Wanda – Ricordo benissimo come Cap fosse depresso per la tua presunta morte, si dava la colpa di non essere riuscito a salvarti, ma ora che sei vivo…

-Si dà la colpa del fatto che sono caduto in mano ai sovietici, di come mi hanno cancellato la memoria e mi hanno mutato in uno spietato sicario. Non che non li abbia anch’io i sensi di colpa al riguardo.

-Non sarebbe Steve se non si preoccupasse per qualcuno. – aggiunge ancora Scarlet.

-Pure io ho la memoria sottosopra Bucky, so quello che provi. – gli dice Wasp - Ma siamo tutti felici del fatto che tu sia ancora vivo. Inoltre, ora che ti sei fatto grande, sei decisamente più bello!

Nel frattempo Clint Barton si avvicina a Yelena.

-E così tu saresti la giovane Vedova Nera... cosa dice Natasha del fatto che usi il suo nome in codice?

-Non è suo. Il nome Vedova Nera spetta di diritto alla migliore agente in servizio nell’Intelligence Russa e…

-Per carità, risparmiami le disquisizioni politiche; non fanno per me.

<<Lasciate perdere le chiacchiere.>> interviene Iron Man <<Dobbiamo discutere di cose molto serie.>>

Falco e Yelena si scambiano un’occhiataccia. La ragazza sa del forte legame emotivo che ha legato e forse lega ancora l’arciere alla Romanoff, tuttavia intuisce che in quel gruppo tutti la vedono come un’usurpatrice. Conquistare la loro fiducia non sarà affatto facile.

Si radunano tutti intorno al tavolo delle riunioni e Iron Man in qualità di presidente in carica prende la parola:

<<Come sapete, i nostri due gruppi hanno ricevuto indipendentemente l’uno dall’altro segnalazioni su nuove attività del Teschio Rosso…>>

-È di nuovo in azione dopo gli attentati della settimana scorsa?- chiede Bucky –Cosa ha combinato stavolta?

La faccia di Steve è decisamente molto seria quando replica:

-Non è il suo emulo comunista o chi si spaccia per lui adesso, Buck, è quello vero.

-Cosa?

<<Se tu ed il tuo amico mi prestate attenzione, Comandante Rogers, finirò di spiegare la situazione. A quanto pare il Teschio Rosso ha messo le mani sulle Sentinelle e sui loro codici di attivazione.>>

Un brivido percorre i presenti tranne Wasp e Bucky.

-Scusate...- chiede quest’ultimo -… ma chi o cosa sono queste Sentinelle?

-Per farla breve…- interviene Quicksilver –Dei super robot creati appositamente per neutralizzare... e per neutralizzare intendo anche uccidere… mutanti come me e le mie sorelle. Sono programmate per adattarsi a qualunque attacco e sono quasi invincibili.

<<Esatto e se davvero il Teschio Rosso è in grado di riprogrammarle in modo che attacchino qualunque bersaglio che lui indichi loro…>>

Prima che Iron Man possa finire la frase, viene interrotto da un trafelato e preoccupato maggiordomo:

-Mi scusi, padron Iron Man.

<<Cosa c’è, Jarvis?>>

-Ritengo debba sintonizzarsi sui canali d’informazione.

Alla pressione di un pulsante, lo schermo olografico al centro del tavolo mostra qualcosa che fa gelare il sangue di Steve Rogers.

È un’inquadratura di Times Square, dove il volto del Teschio Rosso riempie ogni singolo schermo.

<<... in diretta da New York dove il terrorista noto come Teschio Rosso sta trasmettendo la propria immagine. Possiamo sentire cosa…>>

Le parole del giornalista si interrompono, ed il collegamento viene rimpiazzato da nuove immagini: il Teschio Rosso occupa l’intera inquadratura, ma quando si muove si può vedere la grande svastica rossa alle sue spalle. La stessa immagine riempie ogni schermo e televisore d’America.

<<Buon giorno, America. L’ultimo giorno della vostra tanto vantata libertà: prima che il sole tramonti sulla vostra disgustosa nazione, un Quarto Reich sorgerà per rimpiazzarla.>>

-Steve... ma…è lui? È davvero il Teschio Rosso, quello vero? Come fa ad essere ancora vivo?- esclama Bucky Barnes, vedendo il volto del vecchio nemico.

-È veramente lui, Buck. È una lunga storia, ma anche lui come noi è sopravvissuto alla guerra. Iron Man, puoi rintracciare la comunicazione? – chiede Rogers, mentre l’inquadratura si allarga.

<<Ci sto provando, ma ci vorrà del...oh no>> - reagisce il Vendicatore corazzato alla vista dell’immagine trasmessa.

Alle spalle del Teschio Rosso non c’è un muro, ma una piastra pettorale. La svastica è stata disegnata sul petto di una Sentinella, uno dei giganteschi robot anti-mutanti.

<<Ho il completo controllo di tutte le Sentinelle. Assieme, queste meraviglie della robotica hanno una potenza di fuoco sufficiente a radere al suolo tutte le maggiori metropoli americane.>>

-Madre de Dios…– sussurra Donna Maria Puentes, facendosi il segno della croce.

 <<Le Sentinelle uccideranno un milione di persone per ogni ora che il Presidente degli Stati Uniti sprecherà prima di comunicare la resa incondizionata. E se i cosiddetti super-eroi, specialmente quella cagna di Capitan America, avessero intenzione di fermarmi, ho un ultimo messaggio per loro.>>

La tensione nella stanza è tangibile, ed è difficile dire se sia Capitan America o il Comandante Rogers a stringere di più i pugni. Il Teschio Rosso indugia prima di continuare, esalando fumo di sigaretta sullo schermo.

<<Questo messaggio è registrato. Le Sentinelle stanno attaccando Washington in questo momento.>>

 

 

CONTINUA SU VENDICATORI SEGRETI 20!

 

 

NOTE DEGLI AUTORI

 

 

Inizia qui forse una delle storie più attese degli ultimi anni (stiamo esagerando? Può darsi, e allora? -_^). Finalmente i Vendicatori hanno appreso che Steve Rogers, l’originale Capitan America, è ancora vivo ed ha assemblato un suo gruppo di Vendicatori Segreti e contemporaneamente il Teschio Rosso si è rifatto vivo con la minaccia forse peggiore di tutte. Basteranno le forze congiunte dei nostri eroi a fermarlo? Per scoprirlo non vi resta che andare a leggere Vendicatori Segreti 20. 

 

 

Carlo, Carmelo & Fabio

 



[1] Nientemeno che da Capitan America MIT #8.

[2] Su Capitan America & U.S.Agent MIT

[3] Accadde su Captain America #316 (in Italia su Capitan America & I Vendicatori # 57)

[4] Su Giovani Vendicatori MIT #7.

[5] Un riassunto sintetico di eventi avvenuti su Marvel Knights #49.